Imposte

Taglio del cuneo: doppio binario con bonus rafforzato e detrazioni

di Marco Mobili e Claudio Tucci

Per l’operazione “taglia-cuneo” spunta il doppio binario: il mantenimento del bonus 80 euro introdotto dal governo Renzi per redditi da 8.200 e fino a 20mila euro, maggiorato di ulteriori 20 euro (da erogare forse sotto forma di assegno); dopo i 20mila euro, invece, e fino a 35/40mila euro di reddito l’estensione, totale o parziale, degli 80 euro, ma sotto forma di detrazione d’imposta.

Sarebbe questa una delle ipotesi tecniche allo studio al ministero dell’Economia per rispondere ai dubbi avanzati dai 5Stelle sul taglio del cuneo; e approfondita ieri sera al tavolo di confronto tra il titolare del Mef, Roberto Gualtieri (Pd) e la sua vice, Laura Castelli (M5S).

Il “doppio binario” troverebbe la sua giustificazione nell’impossibilità di trasformare il bonus Renzi in detrazione soprattutto per i redditi bassi. Nella fascia tra 8.200 euro e fino a circa 20mila euro, infatti, il meccanismo delle detrazioni potrebbe portare a una perdita da parte del contribuente di una fetta, anche consistente, del vantaggio fiscale. Una perdita che finirebbe per classificare questi soggetti nella categoria dei contribuenti “incapienti”. Nel caso, ad esempio, di un lavoratore dipendente con un reddito annuo di 13mila euro, e che beneficia, contemporaneamente, della detrazione per lavoro dipendente e anche di quella per i familiari a carico, la trasformazione degli 80 euro in detrazione non avrebbe alcun effetto in quanto l’Irpef dovuta, nel suo caso specifico, verrebbe già azzerata dalle altre detrazioni.

Fino a oggi, per evitare questa “beffa”, si era parlato di imposta negativa; cioè di una sorta di assegno pari all’importo perso con la detrazione. La soluzione, invece, allo studio eviterebbe tutti questi problemi, almeno fino a chi ha 20mila euro. Questi soggetti continuerebbero a vedersi riconoscere, come adesso, gli 80 euro, maggiorati di 20 euro circa, con le risorse aggiuntive inserite nella manovra (3 miliardi quest’anno, che diventano 5 nel 2021, destinati a salire ancora fino a sei).

La maggiorazione di 20 euro, al momento, potrebbe essere erogato sotto forma di assegno. Non è ancora stato deciso se in una unica soluzione, o mese per mese. Per i redditi sopra i 20mila euro, e fino a 35/40mila euro, invece, si trasformerebbero gli 80 euro in detrazione d’imposta. Misura che piace ai 5Stelle, ma anche al Pd, perché potrebbe essere il primo passo per una più complessiva riforma dell’Irpef (si veda approfondimento qui accanto). La detrazione d’imposta verrebbe applicata in forma di decalage, ossia lo sconto fiscale diminuisce al crescere del reddito fino ad azzerarsi a quota 35/40mila euro. Anche questa soglia sarà fissata dalla disponibilità delle risorse (e dal confronto col sindacato). Il ministro Gualtieri ha ricordato che in questo modo la riduzione delle tasse riguarderebbe, in prima battuta, circa 14 milioni di soggetti Irpef, confermando l’arrivo del decreto attuativo per fine mese.

L’obiettivo, conferma Marco Leonardi, consigliere economico del ministro Gualtieri, è quello di incremento gli stipendi di circa 500 euro medi quest’anno (l’intervento parte infatti da luglio), che salgono a mille euro in più l’anno successivo.

Al momento restano esclusi gli oltre 4 milioni di contribuenti che rientrano nella no tax area, vale a dire coloro che hanno redditi fino a 8mila euro l’anno; per costoro, tuttavia, sono già operative una serie di agevolazioni, compreso il reddito di cittadinanza. Occorre ricordare che per gli 80 euro la no tax area sale a poco meno di 8.200 euro. Un eventuale loro ingresso nell’operazione, ripetono fonti del governo, comporterebbe, gioco forza, una ri-discussione della misura bandiera del M5S per evitare sovrapposizioni di strumenti, e soprattutto disparità di trattamenti.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©