Professione

Agenzia alla partita della lotta all’evasione senza comando

di Tonino Morina

L’agenzia delle Entrate inizia il nuovo anno ancora senza guida. L’amministrazione acefala è purtroppo l’immagine di una macchina fiscale “ferita” e con ampi ranghi vuoti dopo la sentenza della Corte costituzionale, n. 37 del 17 marzo 2015, che ha “cancellato” i dirigenti nominati senza concorso.

Dopo la sentenza, di quasi cinque anni fa, l’agenzia delle Entrate, a fronte di circa 1.100 dirigenti che aveva, ne dispone meno di 250, visto che 800, i cosiddetti “incaricati”, sono decaduti in quanto dichiarati illegittimi e altri 50 circa, dal 17 marzo 2015, sono andati in pensione. Per usare un parallelismo con il calcio, è come se una squadra di serie A si presentasse in campo con soli tre calciatori, quando, per regolamento, ne servono almeno sette. Così, la partita non può avere nemmeno inizio.

Questa situazione mal si concilia con gli obiettivi della lotta all’evasione. L'agenzia delle Entrate con la circolare 19/E dell’8 agosto 2019 (si veda il Sole 24 Ore del 9 agosto 2019) indica agli uffici la via da seguire per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale. Più semplificazioni fiscali, più contrasto all’evasione, uguale a più gettito per le casse dell’erario. Sono queste, in teoria, le priorità per conseguire gli obiettivi di politica fiscale.

Queste priorità richiedono azioni degli uffici mirate a favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e la conseguente emersione spontanea delle basi imponibili in una logica ex ante, cioè prima di emettere accertamenti, nonché a contrastare l’evasione e l’elusione fiscale attraverso mirati interventi di controllo e accertamento ex post, all’esito di specifiche analisi di rischio.

Belle parole, ma nei fatti non è così. Con l’aggravante che alcuni uffici, dopo avere individuato una categoria di contribuenti, emette accertamenti per più annualità nei confronti degli stessi. I controlli si fanno spesso nei confronti dei soliti noti e gli evasori sconosciuti ringraziano.

Come si è detto, però, gli uffici sono in grande difficoltà, per la mancanza di dirigenti e di personale. Purtroppo i reiterati annunci delle semplificazioni alla prova dei fatti si rivelano spesso nuove complicazioni.

Per centrare gli obiettivi di gettito, il legislatore sposta gli obblighi sui contribuenti: uno degli ultimi esempi è costituito dai vincoli alle compensazioni orizzontali oltre 5mila euro, possibili solo dopo aver presentato la dichiarazione da cui scaturisce il credito (si veda anche «Il Sole 24 Ore» di ieri).

La politica deve assumersi la responsabilità di rimettere in moto l’agenzia delle Entrate, a partire dalla nomina del nuovo direttore, e risolvendo anche (e finalmente) il grande problema generato dalla sentenza della Corte costituzionale del 17 marzo 2015.

Diversamente, la lotta all’evasione sarà fatta, bene che vada, cercando di addossare quante più incombenze a professionisti e contribuenti.

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