Professione

Nuovi imprenditori agricoli premiati dalle regioni

di Rosanna Zari

Giunte quasi al termine della programmazione finanziaria agricola europea, la Pac 2014-2020, alcune Regioni hanno attivato i bandi per favorire il ricambio generazionale in agricoltura prendendo a riferimento il regolamento Ue 1305/2013 che disciplina l’intero Psr.

Si tratta della misura 6.1.1, spesso abbinata ad altre misure ad investimento e in tali casi denominate «pacchetto giovani». Sono così concessi premi ai giovani che si insediano o si sono insediati per la prima volta come capo azienda e che presentino un idoneo piano di sviluppo. Questo piano obbligatorio per accedere alla misura è in alcune regioni finanziato con contributi a fondo perduto, con percentuali variabili a seconda delle zone che possono coprire fino al 60% dell’investimento.

Anche il premio, ossia l’erogazione di somma in denaro per la semplice apertura di una posizione fiscale agricola, è differenziato a seconda che l’azienda agricola in cui il giovane effettua l’investimento sia in zona svantaggiata montana o in altre zone. Per poter accedere al premio è necessario il possesso di alcuni requisiti che possono variare leggermente da regione a regione, quali: avere un’età compresa tra 18 e 40 anni; aver preso per la prima volta la partita Iva come azienda agricola (individuale, società, cooperativa)al massimo nei 24 mesi precedenti.

Ancora, bisogna presentare un piano di sviluppo aziendale di durata non superiore a 24 o 36 mesi; impegnarsi a diventare Iap (Imprenditore agricolo professionale) dotato di capacità professionale; avere il fascicolo aziendale sul sistema informativo agricolo (Sian) nazionale e regionale; avere una determinata dimensione economica basata su parametri standard. Oltre ad altri requisiti specifici definiti dai bandi. Le regioni che ad oggi hanno bandi aperti per questa misura sono Abruzzo, Lombardia, Toscana e Umbria.

La presentazione della domanda avviene come di consueto per via telematica accedendo ai sistemi informativi degli organismi pagatori regionali o Sian entro le scadenze previste.

I fondi tuttavia non sembrano mai sufficienti a coprire questo richiamo alla terra, poiché per ogni bando è prevista una graduatoria di accesso con priorità diverse a seconda dei bandi regionali. Diventa quindi determinate presentare un piano di sviluppo che soddisfi il raggiungimento di un certo punteggio, poiché si tende a premiare il progetto più innovativo e sostenibile.

Alla costruzione del punteggio contribuisce spesso anche il trovarsi in territori svantaggiati con un riconoscimento aggiuntivo in termini di premi e dei contributi assegnati. Questo nell’intento di favorire la permanenza nelle aree interne, riconoscendo di fatto un ruolo di salvaguardia all’azienda agricola in queste zone fragili, ma al tempo stesso difficili per mancanza servizi , trasporti, banda larga.

Prendendo ad esempio il bando della Toscana, regione che ha investito moltissimo su questa misura con una dotazione finanziaria di oltre 165 milioni complessivi, questa è riuscita a finanziare intorno al 35-38% delle domande ad oggi pervenute che assommano tra i vari bandi a 2.743.

Preme infine sottolineare la differenza del premio di primo insediamento offerto dal Psr rispetto a quello erogato da Ismea e di cui ci siamo già occupati (si veda Il Sole 24 Ore del 9 maggio): qui viene finanziato l’insediamento ed il relativo progetto di sviluppo mentre Ismea eroga contributi per l’acquisto dei terreni da parte di giovani che si insediano come capo azienda, ma è chiaro che i due contributi non sono mai sovrapponibili.

Sarebbe invece auspicabile che la nuova Pac post2020, ora in fase di discussione, approntasse strumenti finanziari nuovi che consentissero sia l’accesso al capitale terra che il finanziamento del relativo progetto di sviluppo.

Il quadro delle regioni

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