Imposte

Super-ammortamenti record per un milione di partite Iva

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Investimenti e capitalizzazioni fanno il pieno di bonus. Nonostante le riforme (e controriforme) degli ultimi mesi, le agevolazioni fiscali per gli investimenti in beni strumentali e per Industria 4.0 hanno avuto un alto gradimento tra le attività economiche. A cominciare dal superammortamento che, nell’anno d’imposta 2017 (ossia nelle dichiarazioni presentate nel 2018), è stato sfruttato da oltre un milione di partite Iva, se si considerano nella platea anche autonomi e ditte individuali. Il controvalore dell’agevolazione raggiunge per tutta la platea interessata quasi 5,5 miliardi di euro, di cui oltre l’85% è stato sfruttato dalle società di capitali. Proprio queste ultime, i cui dati sono stati resi noti ieri dal dipartimento delle Finanze del Mef, fanno da capofila anche nell’utilizzo dell’iperammortamento: 8.300 hanno riportato nella dichiarazione la maxideduzione al 250% per un importo di poco superiore ai 400 milioni.

Ma, come anticipato, anche l’Ace (l’aiuto alla crescita economica cancellato dal governo gialloverde e poi reintrodotto dalla nuova maggioranza con l’ultima maggioranza) continua a mantenere una forte presa tra le imprese. Nonostante l’anno d’imposta 2017 abbia fatto i conti con una drastica contrazione del rendimento figurativo che dà diritto alla deduzione dal 4,75% all’1,6 per cento, le società di capitali che hanno avuto diritto all’agevolazione sono state 320.400 con un importo spettante che complessivamente ha toccato i 18,3 miliardi di euro. Mentre l’eccedenza pregressa relativa all’anno precedente pari a 10,8 miliardi di euro ha interessato 79.700 società e la quota di deduzione non utilizzata e riportata negli anni a seguire vale più di 10,3 miliardi.

In crescita sia nel numero delle società di capitali beneficiarie (1.200) che dell’ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti (quasi 3 miliardi) anche il patent box. Nel 2017 l’esclusione dei marchi dall’agevolazione non ha frenato le richieste in quanto è stata prevista una clausola di salvaguardia per chi ha esercitato l’opzione prima dell’eliminazione.

Nel complesso i dati del Mef fotografano un aumento dell’imponibile Ires del 17,7% con il 63,3% delle società di capitali che ha dichiarato un reddito tassabile mentre resta uno zoccolo duro del 30% che continua a essere in perdita.

Sul fronte dell’Irap continua, invece, la riduzione della platea (-3,6% sull’anno d’imposta 2016) a causa della crescente adesione al regime forfettario. Nonostante ciò, la base imponibile è in crescita del 3,5% e anche l’imposta versata sale del 2% raggiungendo i 23,2 miliardi con un valore medio di 11.070 euro.

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