Imposte

L’allarme dei commercialisti: le famiglie pagano lo shock del 2012

di Giovanni Parente

Le soluzioni allo studio del Governo per avviare la riduzione del cuneo fiscale per cui sono stati appostati 3 miliardi in manovra può essere un aiuto ma non sarà decisiva. La pressione fiscale sulle famiglie resta, infatti, ancora troppo elevata, dopo lo shock registrato nel 2012. A rilevarlo è l’Osservatorio economico del Consiglio e della Fondazione nazionale dei Commercialisti, che ha rielaborato la pressione fiscale delle famiglie sulla base di dati Istat di contabilità nazionale e del Mef sulle entrate tributarie mensili.

Ad avviso dello studio condotto dai commercialisti, la pressione fiscale delle famiglie italiane (17,82% del Pil) risulta sostanzialmente stabile (+0,04%) nell’ultimo anno, ma non ha ancora assorbito lo shock fiscale del 2012. Da allora il recupero è stato solo di 0,18 punti. A differenza della pressione fiscale generale, che risulta in calo costante dal 2014, la pressione fiscale sulle famiglie, stabile nel 2013 (-0,08 punti di Pil), si è incrementata ulteriormente nel 2014 (+0,22%) e nel 2015 (+0,30%), per poi riprendere a ridursi nel 2016 (-0,46 punti) e nel 2017 (-0,17 punti di Pil) fino a stabilizzarsi nel 2018 e nel 2019. Una ragione c’è e l’Osservatorio la ravvisa nell’incremento del gettito Imu/Tasi, delle addizionali Irpef e dei contributi sociali a carico delle famiglie, controbilanciato dal calo del gettito Ires e Irap e dalla stazionarietà dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro.

La legge di Bilancio 2020 con la riduzione del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti avrà, secondo le stime dei commercialisti, un impatto positivo sulla pressione fiscale delle famiglie sebbene in maniera contenuta pari allo 0,17% del Pil che salirà a 0,28 punti nel 2021. Come sottolinea il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), Massimo Miani, «si tratta ora di insistere nello sforzo di riduzione del carico fiscale, dando però la giusta priorità a interventi mirati verso chi è stato sino ad oggi più trascurato, in primo luogo le famiglie». L’auspicio di Miani è che «il Governo possa ampliare l’intervento agendo direttamente sulle aliquote Irpef, così da estenderne il beneficio a tutte le famiglie italiane e non solo a quelle il cui reddito proviene prevalentemente da lavoro dipendente».

Nel commentare i dati diffusi dall’Osservatorio dei commercialisti, Confedilizia sottolinea che «l’unico modo per superare» lo shock prodotto dall’introduzione dell’Imu «sarebbe realizzarne uno di segno opposto, dimezzando questa patrimoniale da 22 miliardi l’anno (l’Ici ne valeva 9)». Invece «la manovra appena varata ha formalmente “benedetto” l’Imu del governo Monti, addirittura peggiorandola» continua la confederazione della proprietà immobiliare ed « è stata cancellata una misura essenziale come la cedolare secca per gli affitti dei negozi, varata appena un anno fa per arginare almeno la drammatica crisi dei locali commerciali».

Il Forum delle associazioni familiari definisce i dati diffusi dai commercialisti «drammatici» a conferma della «stanchezza» e della «delusione del Paese reale».

Commercialisti - L’osservatorio economico sulle famiglie

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