FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: successione, terreni, interpelli e ricorsi

di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

21 Gennaio 2020

La dicitura “insufficiente pagamento dell’imposta” recata dall’avviso di rettifica e liquidazione non è legittima in quanto non consente l’esercizio del diritto di difesa. Il rigetto dell’Amministrazione dell’interpello disapplicativo sempre impugnabile innanzi al giudice tributario. Rideterminazione del valore di compravendita del terreno ai fini del registro e ipo-catastali sganciato dalle vicende successive alla data di registrazione dell’atto. Legittima l’inammissibilità del ricorso introduttivo proposto per l’annullamento dell’ingiunzione fiscale solo se al contribuente non sono stati validamente notificati i precedenti avvisi di mora.Sono i temi della rassegna delle massime di Cassazione dell’ultima settimana.

Imposta di successione, l’importo insufficiente deve essere esplicitato

Non è valida motivazione la dicitura «insufficiente pagamento dell’imposta» recata dall’avviso di rettifica e liquidazione avente ad oggetto la maggiore imposta sulle successioni, perché non consente un compiuto esercizio del diritto di difesa. Tale espressione non consente, infatti, di comprendere le ragioni della determinazione dell’imposta, poiché può riferirsi ad una vasta casistica di ipotesi.

● Cassazione, ordinanza 310/2020

Il rigetto dell’interpello disapplicativo è impugnabile in Ctp

Il rigetto dell’Amministrazione dell’interpello disapplicativo proposto dal contribuente è un atto impugnabile ante il giudice tributario, perché la relativa opposizione non si traduce nel riconoscimento a favore del contribuente di un doppio grado di tutela nel merito rivolta al successivo atto derivato (accertamento, ruolo, etc), bensì nella facoltà di impugnare i due atti, riferiti a due stadi differenti del procedimento amministrativo, per ragioni di economia processuale.

● Cassazione, ordinanza 425/2020

Sul valore del terreno non pesano eventi successivi alla compravendita

Ai fini della rideterminazione del valore di un terreno per la corretta applicazione delle imposte di registro e ipo-catastali non rilevano le vicende successive alla compravendita, perché, ai fini della determinazione della base imponibile conta sempre il valore del terreno alla data dell’atto traslativo sottoposto a registrazione. Pertanto non rilevano né le possibili ricadute causate da vicende giudiziarie in corso né le possibili valutazioni soggettive delle parti contraenti aventi ad oggetto le concrete potenzialità edificatorie.

● Cassazione, ordinanza 561/2020

Inammissibili gli atti derivati se gli atti presupposti non vengono opposti

Il giudice tributario è legittimato a sancire l’inammissibilità del ricorso introduttivo avverso l’ingiunzione fiscale solo dopo aver verificato l’effettiva conoscenza del contribuente circa i precedenti avvisi di mora non opposti. In materia di riscossione delle imposte, infatti, la correttezza del procedimento di formazione della pretesa tributaria è assicurato mediante il rispetto di una sequenza procedimentale di notifiche di atti e dunque l’omissione della notifica di un atto presupposto può costituire vizio procedurale in grado di causare la nullità dell’atto consequenziale validamente notificato.

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